“STATIC FISHING” in laghetto

di Valerio BALBOA Santagostino
Prima di iniziare questo articolo è doveroso fare alcune premesse: di “static fishing”, in Italia, non se n’è parlato per tanto tempo.
Anzi, per anni, sbagliando, con questo termine si è intesa una pesca, con code floating, massimo slow, dell’8 o del 9, lanciate da riva con il froller e, all’estremità, due moschette recuperate a matassina.
Con una montatura del genere si è andati avanti per quasi due decenni, ma senza avere ancora chiaro cosa volesse dire “static fishing”.
L’avvento delle famigerate code spey che, personalmente, ho sempre considerato un’enorme forzatura per l’acqua piatta, pur rappresentando sicuramente una certa novità, ha forse disorientato ancor di più i pescatori sull’idea di “pesca statica”.
Il risultato è stata una corsa all’acquisto di canne sempre più potenti, sempre più lunghe e dai dottori per fastidiosissime epicondiliti!
Niente da fare, non si riusciva a sdoganare una vera “static fishing”, …anzi, se ne stava peggiorando il concetto.
A un certo punto, dal mondo dei garisti (tanto per cambiare), sempre attento e pronto a recepire ogni novità, è partito un adattamento non specifico delle tecniche inglesi per le nostre acque.
Fin da subito, però, i nostri atleti hanno capito che se avessero pescato nella maniera più ortodossa, da “loch” per intenderci (coda floating o midge tip e un paio di chironomi recuperati lentamente), avrebbero preso, escludendo rari casi, sonori cappotti, perché i nostri laghetti sono completamente diversi da quelli inglesi, irlandesi e scozzesi.
Hanno capito immediatamente che bisognava pescare “come rende”, e soprattutto come rende in quel determinato laghetto, in quelle particolari condizioni atmosferiche, in quella stagione e con l’attrezzatura e le mosche più indicate per fare risultato.
Anzi, spesso, hanno preso delle mosche nate con un determinato scopo nel regno di Albione e le hanno utilizzate nelle nostre acque in altri modi.
Se avessero continuato a fare i puristi, cioè a pescare nella maniera “inglese”, chissà che scoppole!
Le ragioni sono abbastanza evidenti: qui da noi peschiamo in laghetti di scavo, che d’estate subiscono bruschi innalzamenti di temperatura, con la conseguenza che in molti di loro la pesca è interdetta fino all’autunno successivo.
In alcuni di questi, addirittura, i grossi pesci vengono prelevati e re-immessi appena le temperature scendono.
Aggiungiamoci che peschiamo prevalentemente su pesce immesso, al 99% iridee, che girano fameliche in branchetti, e non su fario selvatiche, che si aggallano quando schiudono le mosche di maggio bollando alla mattina presto e alla sera tardi su imitazioni di Cock Robin, Invicta, Golden Dabbler, Teal & Yellow o Spent Gnat.
Inoltre, cosa da non sottovalutare assolutamente, i nostri pesci, se seminati in dosi massicce o subiscono una pressione di pesca elevata, assumono immediatamente un comportamento atipico, facendo saltare tutte le regole e le convinzioni.
Oltretutto “memorizzano”, eccome se memorizzano!
Un’esca che il giorno prima aveva reso tanto, il giorno dopo può essere completamente snobbata.
Molto spesso il periodo di “apprendimento” va dalla mattina al pomeriggio, e se vi dovesse capitare una cosa del genere, o indovinate immediatamente “quello che va”, cambiando repentinamente mosche, code e recupero, o ve ne tornate a casa con le pive nel sacco!
In definitiva si comportano diversamente dalle iridee native o dalle fario selvatiche dei loch quali il Conn, il Derg, il Ree in Irlanda, il Lomond, lo Shin in Scozia o il Rutland, il Grafham, il Chew Valley, il Draycote, in Inghilterra.
Scordiamoci inoltre di pescare trote a galla nei nostri “grandi” laghi, tipo il Garda, il Maggiore, l’Iseo o il Como.
Giusto per darvi un’idea, il lago di Como è profondo più di 400 metri!
E in ultimo ricordo che gli Anglo pescano dalla barca, in scarroccio…noi, nella maggior parte dei casi, da riva, oppure in barca, ma ancorati, oppure in bellyboat.
Se non siete convinti di quello che ho scritto, provate a pescare su natante libero (…e pregate innanzitutto che ci sia vento) con un trenino cosi composto: una Pearly Zolu, una Daddy Long Legs di bracciolo e in punta una Soldier Palmer Muddler.
Se state cappottando, provate allora quest’altra combinazione: Peter Ross, Invicta e chironomo in punta.
Forse, verso sera, una piccola Rambo, esausta di ricevere sulla testa code e mosche, per non azzerare completamente la vostra autostima nel frattempo finita sotto i piedi, impietosita, una morsicatina a una di quelle imitazioni la darà!
E pensare, invece, che in UK quei trenini di mosche sono micidiali!
E in ultimo, c’è un altro elemento penalizzante nella pesca in laghetto: il nostro lancio.
Noi pescatori italici, da terra, ne utilizziamo uno molto rumoroso, il froller, che dopo ore e ore del suo utilizzo tende ad allontanare, proprio per il suo disturbo, i pesci dalle rive, rendendoli irraggiungibili.
Sono rari i laghi “naturali” nei quali è possibile fare una pescata “wild” e anche loro, senza un certo aiutino (leggasi: semine), sarebbero avari di trote.
Pensate che in UK si usano solitamente canne 10 ft e code del 5-6, qui da noi, si arriva fino alla 9!
Bene, dopo questa introduzione, torniamo al topic dell’articolo: la pesca in laghetto con esche statiche.
In questo momento storico, finalmente, possiamo dare un significato tecnico più appropriato e preciso alla “static fishing”, pur adattata alle nostre acque.
Infatti, per “pesca statica” si intende la pesca con il Bung, una sorta di segnalatore, una grossa mosca, di solito, per comodità di costruzione, in foam sagomato, armato di amo, che “sostiene” un paio di altre imitazioni e che “segnala”, al pescatore, ogni minima variazione sul finale.
Innanzitutto sinceratevi che in quel laghetto si possano usare almeno tre artificiali, altrimenti rimane una tecnica “orfana” e quindi poco efficace.
Il finale va dai 3 metri ai 4 metri e a volte anche oltre.
Di regola, ci vuole una coda floating, massimo una hover, mentre la slow è già tirata.
La classica montatura con il Bung è la seguente:
Bung + chironomo + chironomo.
Bung a 1 m. dalla coda, un chironomo di un colore a 70 cm (bracciolo di circa 12 cm.), l’altro, quello in punta, a 1.5 m, di un altro colore e leggermente più pesante.
Ferrare con il Bung non è scontato, si rischia sempre di essere in ritardo o di ciccare la ferrata, quindi, attenti, tenetegli sempre gli occhi addosso pronti a reagire al minimo sussulto.
E continuiamo con le combinazioni:
- Bung + Cormorant + Cormorant
- Bung + Diawlback + Chironomo
- Bung + ninfetta (tipo PT) + ninfetta (leggermente più pesante)
- Bung + Chironomo + Ovetto
- Bung + Mop fly + Mop fly
- Bung + Mop fly + Chewing-gum
- Bung + Mop fly + Pecorella
- Bung + Pecorella + Pecorella
- Bung + Chironomo + Blob appesantito
- Bung + Mop fly + Minizonker
- Bung + Cruncher nymph + floating Fry
- Bung + Snatcher + Snatcher
- Bung + Minkie + Snake
- Bung + Minkie + Booby
- Bung + Booby + Cormorant
- Bung + Blob + streamer
- Bung + vermetto SJW + vermetto SJW (piccoli)
Non è assolutamente detto che usando degli streamer non si possa utilizzare la “static fishing”.
A volte il Bung, seguito da due streamer palla gialla recuperati lentissimi, funziona.
Come variante potete mettere due Humungus, uno palla oro e l’altro palla argento.
Se non fate gare, potete usare la versione originale, che prevede gli occhietti fatti con le catenelle dei tappi in gomma delle vasche da bagno.
Se non avete il Bung, montate un Fab bello ingrassato.
Ma come sapete, la pesca riserva sorprese, e tutto quello che vale un giorno, il giorno dopo viene azzerato e le nostre convinzioni naufragano più veloci del Titanic.
Scomodando la “washing line”, tecnica prettamente inglese, e portandola forzatamente, ripeto, forzatamente, nelle nostre acque, possiamo tentare una static fishing “ibrida” con queste combinazioni:
- Diawlback + Chironomo + Blobby
- Diawlback + Diawlback + Suspender Minky
- ninfa + ninfa + Booby / Fab
- Chironomo + Cormorant + Booby
- ninfa + Chironomo + Booby
- ninfa + ninfa (di colore diverso) + Buzzer
Se usate però in punta un Buzzer, non montate ninfe pesanti; se montate invece in punta un Booby o un Fab, metteteci due ninfe con pallina (non in tungsteno).
- Dubbler + Dubbler + Booby
- Cruncher + Diawlback + Chironomo
E poi, se volete usare mosche molto più “domestiche” o vi lasciate prendere dalla nostra meravigliosa “vena artistica e sperimentatrice”, alla quale manco io mi sottraggo, provate con queste montature:
- Chironomo + Chironomo + Sedge in punta
- Chironomo + Chironomo + Shuttlecock (Chironomo Suspender) in punta
- Shuttlecock + Shuttlecock + Fab/Booby in punta
- Peute + Peute (ciancicate e bagnate) + Fab/Booby in punta
- Ninfa di libellula + ninfa di libellula + generosa Sedge in punta
- Pupa di sedge + Pupa di sedge + generosa Sedge in punta
- Czech Nymph + Czech Nymph + Fab/Booby in punta
- PT + PT + generosa Sedge in punta
- Ninfa + Ninfa + Madame “X” in punta
- Ninfa + Ninfa + Beetle, bello galleggiante, in punta
- Ninfa di formica + ninfa di formica + Chernobil Ant in punta
- Bibio + Bibio + Fab in punta
- Spider + Spider + Sedge in punta
E qui mi fermo, perché le combinazioni possono essere infinite.
Ah…il recupero: di solito, lento…a matassina…ma io, qualche strappettino, a volte glielo do!
Un pò perché mi annoio, e un pò perché mi si addormentano le dita-:)
Legenda
Bung: un segnalatore, fornito di amo, composto da ciuffi in Antron o anche grossi ciuffi in CDC. Per comodità di costruzione, spesso in foam.
Blob: di questa mosca è prima di tutto interessante il retroscena storico. Mosca micidiale, anzi, come l’hanno definita in UK, la più mortale imitazione per stillwater…pensate che la volevano pure bannare dalle loro acque!
Chris Ogborne infatti, probabilmente infastidito dal successo di una mosca che non assomigliava a nessun insetto, lasciò addirittura la squadra inglese per protesta.
In risposta a questa sua forte presa di posizione ricevette solamente “qualche centinaio” di lettere di supporto. Mi si permetta un commento personale: non posso pensare che un atleta abbandoni la sua Nazionale per un ciuffetto scomposto di materiale sintetico!
Ci sarà stato dell’altro…magari avrà cercato di parlare di TLT! -:)
Il Blob nasce quasi per caso, come probabilmente tutte le grandi mosche. Lo scozzese Paul McLinden, pescatore di fama e Campione Europeo di costruzione, verso la fine degli anni 80’ si mise al morsetto e fece un “qualcosa” di rosso, ma molto differente dai blob moderni.
Si ispirò alla leggendaria Peach Doll, mosca molto in voga a quel tempo e con la quale nel 1987 la squadra inglese vinse i campionati mondiali a mosca nelle acque dello Rutland. La Doll è una mosca con corpo e coda in lana, di color pesca, di forma allungata.
Ci furono accese discussioni sulla nuance del colore pesca da utilizzare, ma alla fine si scopri che i colori “bright”, quali l’Hot Orange, lo Chartreuse, avevano il massimo potere catturante.
Durante una gara di pesca, Paul si dimenticò di verniciare con la colla le testine delle mosche che aveva costruito la sera prima. E mentre lanciava e recuperava, la “wing” della mosca si staccò lasciando solamente il corpo rosso-bright.
Tra l’altro Paul, durante quella prova, recuperava velocemente (probabilmente in roly poly) nelle acque basse per evitare le radici delle piante.
Il successo fu immediato!
Il suo compagno di barca, incuriosito dalle continue catture, gli si avvicinò e volle vedere che artificiale stava usando.
Con grande stupore esclamò - ``It’s nothing more than a blob of orange!``.
Il nome ovviamente rimase!
Il blob negli anni si evolse, grazie ai nuovi materiali sintetici molto catturanti e virò su una gamma di colori di tutto rispetto.
Pur essendo nata per caso, è comunque un’imitazione di un conglomerato di piccoli crostacei presenti in quelle acque, la Daphnia.
Fab: Blob galleggiante, grazie a una codina di foam.
Cormorant: una specie di streamer, ma molto più corto (dagli Anglo, invece, è sempre considerato un chironomo!)
Chironomo-Buzzer: un ditterino. Molto simile a una zanzara.
Shuttlecock: un Chironomo “Suspender”, cioè che sta a galla grazie a un generoso ciuffetto in CDC.
Mop fly: detta anche “conta pesci”. Imitazione composta dai pirulini dei guanti per la polvere in microfibra colorata ( o dei tappetini del bagno).
Ovetto: imitazione di Ovetto, di solito in Egg Yarn.
Pecorella: tipo Blob/Ovetto ma fatta in Egg’s Chenille, più morbida.
Chewing-gum: vermiciattolo fatto con il materiale che prende il suo nome.
Minizonker: piccolo streamer fatto con una striscia di pelliccia (scoiattolo, coniglio).
Snake: serpentello in pelo di coniglio e qualche flash, simile a uno Zonker molto lungo, con doppia armatura (due ami, uno in testa e uno sulla coda).
Minkie: streamer composto da una semplice striscia di coniglio, fissata sull’amo.
Suspender Minkie: streamer composto da una semplice striscia di coniglio, fissata sull’amo, ma con un conetto/cilindretto di foam, in testa, per tenerlo a galla.
Minkie Booby: come sopra ma con gli occhioni da Booby.
Humungus: streamer in marabou con abbondanti flash, molto esile, sotto corpo in metallic fritz e palmer in gallo/gallina, dotato di bead, ma nella sua versione originale, di due occhietti “bead chain”.
Booby: quell’artificiale con gli occhioni in foam.
Blobby: Blob con gli occhioni in foam.
Floating fry: micro pesciolino galleggiante, ottimo sui branchetti a galla di pesce foraggio o per imitare un pesciolino in difficoltà.
Diawlback: nata intorno agli anni 50’ letteralmente significa “piccolo diavolo”.
Mosca micidiale, da usare sia con le code floating sia con le sink.
Ha un profilo scarno, molto essenziale, cosi semplice da farne una mosca buona per “tutte le stagioni”. E come spesso è successo con tanti altri artificiali famosi (es: Red Tag, Peter Ross), ne hanno fatte decine di varianti.
Cruncher: ninfetta, anche lei, costruita in maniera molto sobria, tipo Phaseant tail, di color oliva, arancio, nero, etc…
Spesso si usa il color bluette elettrico, e la si può dotare di una piccola bead.
E’ un artificiale con hackle in testa, quindi “muove acqua”.
Dabbler: mosca irlandese, uscita negli anni 90’ e molto usata durante una schiusa di May Fly. Il suo perfetto impiego sarebbe sulle onde dei loch irlandesi, recuperata abbastanza velocemente a scarroccio.
Si monta su code galleggianti o, al limite, midge-tip.
Snatcher: originario dei loch scozzesi, imita una pupa di chironomo.
Molto catturante quando le trote stanno perlustrando il primo strato di superficie.
Il più famoso è senz’altro il Black and Red.
Bibio: mosca che imita una piccola mosca, un ditterino.
Micidiale nei laghetti in montagna.
In UK, dove la usano quando schiude, si chiama Hawthorn.
Se fornita di zampettine, muove acqua ed è chiamata Hopper.
Tralascio volutamente la “static fishing” con code sink o le sweep.
Non ha senso proprio per il grado di affondamento e per come si comportano in acqua nel recupero.
Tenete comunque presente che vi capiterà senz’altro di allamare pesci con una Sink 3 o una Sweep 5 recuperando quasi da fermo…ma non rappresenta una regola.
Ricordatevi che fermare il recupero con mosche che affondano per via della coda o della bead, a volte funziona.
Oltretutto quasi tutte le imitazioni sono costruite con materiali che mentre affondano, comunque si muovono, attirando, con le loro fluttuazioni, i pesci.
Mi chiederete anche quanti dropper (braccioli) bisogna montare?
Posso affermare, con una certa sicurezza, che per le nostre acque e la scarsità, quasi perenne, di vento, due sono più che sufficienti.
Ancora due se magari vi serve peso addizionale ma è imprescindibile che abbiate una buona padronanza del lancio.
In condizioni di quiete, cioè lago calmo e piatto, se pescate “alto”, mettetene solo uno!
Se pescate invece vicino a ostacoli, quali erbacce, tronchi, etc…vi suggerisco di pescare con una sola mosca, perché il pesce, una volta allamato, vi si andrà sicuramente ad infilare, spaccandovi tutta la montatura.
A questo proposito, preparatevene qualcuna di scorta. Non c’è peggior motivo di nervosismo che perdere minuti preziosi a fare un finale, mentre i pesci bollano o “ci danno”.
I MIGLIORI NODI PER I DROPPER
Personalmente non sono un cultore dei nodi, nel senso che mi sono sempre bastati quei 5-6 che ho imparato a fare con una certa manualità e soprattutto velocità.
Ad ogni modo per i dropper, la mia scelta ricade su tre.
- Il Surgeon knot
- Il Barilotto
- Il Double Grinner knot
Un trucco: fate un nodino supplementare con il dropper sulla lenza madre.
Tenderà ad allontanarlo dal trave principale evitando che vi si attorcigli.
Tenete comunque presente che il miglior modo per evitare di “twistare” i dropper è di lanciare con l’energia necessaria per distendere il finale.
Energia che non deve essere né insufficiente ma neppure troppo forte.
E non mi stancherò mai di dire che ognuno lanci a seconda delle proprie possibilità e capacità tecniche.
Molto meglio 20 metri di lancio con finale steso che 25 con tutto il finale ammucchiato.
In ultimo vi metto, sperando di fare cosa gradita, le tabelle di affondamento delle varie code sink.
Sulle confezioni delle code, di solito, l’affondamento viene espresso in pollici (1 pollice = 2,54 cm.).
Per facilitarvi la lettura, ho tradotto tutto in centimetri:
Slow – 1,27cm/sec
- 12,7 cm dopo 10 secondi
- 25,4 cm dopo 20 secondi
- 38,1 cm dopo 30 secondi
- 57,7 cm dopo 45 secondi
- 76,2 cm dopo 60 secondi
Fast – 3,81 cm/sec
- 38,1 cm dopo 10 secondi
- 76,2 cm dopo 20 secondi
- 1,14 mt dopo 30 secondi
- 1,71 mt dopo 45 secondi
- 2,28 mt dopo 60 secondi
Sink 3 – 7,62 cm/sec
- 76,2 cm dopo 10 secondi
- 1,52 mt dopo 20 secondi
- 2,28 mt dopo 30 secondi
- 3,43 mt dopo 45 secondi
- 4,57 mt dopo 60 secondi
Sink 5 – 12,7 cm/sec
- 1,27 mt dopo 10 secondi
- 2,54 mt dopo 20 secondi
- 3,81 mt dopo 30 secondi
- 5,71 mt dopo 45 secondi
- 7,62 mt dopo 60 secondi
Sink 7 - 17,78 cm/sec
- 1,77 mt dopo 10 secondi
- 3,55 mt dopo 20 secondi
- 5,33 mt dopo 30 secondi
- 8 mt dopo 45 secondi
- 10 mt dopo 60 secondi
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